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giovedì 14 luglio 2011

In Sudan la strage dei Nuba, scoperte fosse comuni | Le persone e la dignità

graves

In Sudan la strage dei Nuba, scoperte fosse comuni


Nel Sud Kordofan, in Sudan, sta accadendo qualcosa di terribile che potrebbe essere considerato simile al genocidio attuato da Omar al Bashir in Darfur. Ieri un’immagine satellitare mostrava un’area in cui erano state appena scavate delle tombe. E il sospetto che si tratti di fosse comuni in cui sono stati gettati i corpi dei Nuba, un gruppo etnico di neri africani che si oppone al dominio degli arabi nel Sudan, è quasi una certezza. Cinque testimoni oculari (rimasti anonimi per ragioni di sicurezza) parlano di almeno cento cadaveri scaricati dai camion e nascosti sottoterra.




A dare la notizia è stato il Satellite Sentinel Project (SSP), il progetto nato dall’iniziativa della star hollywoodiana George Clooney in collaborazione con l’Onu e l’Università di Harvard, che consente di osservare l’evolversi della situazione in Sudan su internet: “Le immagini mostrano i dettagli e le caratteristiche delle atrocità e degli assassini descritti da almeno cinque testimoni oculari” ha spiegato all’Associated Press Nathaniel A. Raymond dell’Harvard Humanitarian Initiative che analizza le immagini dell’SSP. Le tre fosse comuni, che misurano 26 metri per cinque, sono visibili vicino ad una scuola nel villaggio di Tilo nei pressi di Kadugli, la capitale del Sud Kordofan, dove dal 5 giugno si susseguono gli scontri tra l’esercito di Khartoum e i membri dell’esercito ribelle che si è schierato con il Sud Sudan nella decennale guerra civile, costata due milioni di morti e finita con la nascita della nuova nazione il 9 luglio scorso. Secondo le Nazioni Unite almeno 73mila persone sarebbero fuggite dalla regione nell’ultimo mese e mezzo.



Un rappresentante del partito al governo in Sudan ha smentito categoricamente la notizia: “Sono soltanto voci per metterci in cattiva luce – ha dichiarato Rabbie A. Atti, portavoce del National Congress Party -, se ci sono dei sospetti su quelle foto basta recarsi sul posto e verificare qual è la realtà. L’area è accessibile a chi vuole andarci”. Ma sia i giornalisti che gli osservatori internazionali e le ong sostengono che le autorità del Sud Kordofan impediscono l’accesso alla zona per impedire che le atrocità commesse vengano rese pubbliche.

Il governatore dello Stato, Ahmed Haroun, che è accusato dal Tribunale penale internazionale di crimini contro l’umanità nei confronti della popolazione civile, qualche mese fa ha sospeso il referendum che doveva determinare la volontà della popolazione sulla secessione. Da lì sono cominciati gli scontri. Della zona fa parte la contesa regione di Abyei, ricca di petrolio, cui il Sudan di Bashir non vuole assolutamente rinunciare.



Eric Reeves, professore allo Smith College in Massachussetts, ha passato undici anni in Sudan per documentare i crimini che sono stati commessi in Darfur. Ora segue con attenzione gli avvenimenti in Sud Kordofan: “Sono settimane che arrivano notizie di omicidi mirati nelle montagne Nuba. Ora quest’immagine potrebbe dare la conferma dell’esistenza di una pulizia etnica. Stanno sterminando il popolo Nuba”.




FONTE:In Sudan la strage dei Nuba, scoperte fosse comuni Le persone e la dignità

Minnesota in default, addio birre- LASTAMPA.it

Esteri


14/07/2011 - IL CASO

Minnesota in default, addio birre
 

 
 
Manca l'accordo sul bilancio dello Stato, saltano anche le licenze per l'acquisto di alcolici


La sospensione delle attività del governo del Minnesota, a causa del mancato accordo sul bilancio dello stato, sta portando a conseguenze impensate sulla vita dei cittadini. Non solo il parlamento del Minnesota, i parchi dello Stato e le piste per le corse di cavalli hanno chiuso i battenti: adesso i 'Minnesotans' dovranno dire addio anche all'happy hour.



Sì, perché con la chiusura del Department of Public Safety, l'agenzia statale che, tra le altre attività, rinnova le licenze che permettono l'acquisto all'ingrosso di bevande alcoliche, oltre 300 bar e riveditori di alcol non possono più acquistare birre, vino e liquori da vendere ai loro clienti. La licenza, che costa solo 20 dollari, è scaduta il primo luglio e durante la paralisi di governo è impossibile rinnovarla. E per uno Stato in cui nel 2010 sono stati venuti 110 litri di birra pro capite si tratta di una notizia in grado di rovinare l'estate.



Miller-Coors, il maggiore produttore di birra degli Stati Uniti dopo Anheuser-Busch, ha ricevuto l'ordine da parte dei funzionari del governo del Minnesota di rimuovere dagli scaffali ben 39 dei suoi marchi di birra, perché la richiesta per il rinnovo della licenza per la vendita di alcol è arrivata troppo tardi, quando il governo aveva già sospeso le attività correnti.



«Questa situazione va oltre qualsiasi cosa io abbia mai immaginato nei miei sogni più assurdi» ha

detto Trevor Berg, proprietario di un negozio di liquori di Walker, una cittadina nel nord del Minnesota, in un'intervista al Wall Street Journal. Berg, la cui licenza per l'acquisto di alcol

scade domenica, ha preso a prestito denaro da amici e un camion per acquistare nei prossimi giorni quante più birre e bottiglie di vino possibili.







Martedì durante un'udienza in tribunale sulla paralisi delle attività del governo del Minnesota, il governatore Mark Danton ha proposto ai gestori di bar e di negozi di bevande alcoliche di

acquistare le birre a basso contenuto di alcol. Le birre con meno del 3,2 per cento di alcol infatti possono essere acquistate e vendute senza licenza. Ma Eric Forsberg, proprierario dell'Ugly

Mug, un bar di Minneapolis, ha risposto che i suoi clienti non vogliono quel prodotto e anche se lo volessero, le scorte disponibili non sarebbero sufficienti. «Se la paralisi di governo continua, tra poco mi ritroverò senza birre e potrei ritrovarmi a dover licenziare 25 dipendenti. La questione non è il bere, ma i posti di lavoro e le entrate dello stato», ha detto Forsberg. Se la sospensione delle attività del governo del Minnesota si protrarrà fino al primo agosto gli esercizi senza licenza per acquistare alcol saliranno a 424.





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FONTE:Minnesota in default, addio birre- LASTAMPA.it

Usa/ Ex-giornalista Ny Times:Obama mente su malattia di sua madre - apcom - L'Eco di Bergamo

Usa/ Ex-giornalista Ny Times:Obama mente su malattia di sua madre



New York, 14 lug. (TMNews) - Con la pubblicazione a metà giugno del libro "A singular woman: the untold story of Barack Obama's mother", Janny Scott, ex giornalista del New York Times, accusava il presidente degli Stati Uniti di aver mentito in merito alla morte delle madre, Ann Dunham, stroncata a 53 anni dal cancro. Nel 2010 durante il dibattito sulla riforma della sanità, Obama aveva fatto riferimento alle difficoltà economiche che la madre aveva dovuto affrontare durante la fase terminale della malattia poiché "la compagnia assicurativa si era rifiutata di pagare le spese mediche". Ma, nel suo libro, Janny Scott sostiene che il rimborso negato alla signora Dunham non era relativo al cancro, ma a un'altra malattia e, a riprova della sua versione dei fatti, cita la corrispondenza tra la madre di Obama e la compagnia assicurativa. Finora la Casa Bianca non aveva espresso alcun commento sul libro di Scott. Ieri Nicholas Papas, un potavoce della Casa Bianca, ha risposto per la prima volta alle domende del New York Times per spiegare la posizione di Obama senza però confutare le affermazioni contenute nel libro. "Non abbiamo letto le lettere e gli altri materiali su cui si basa il libro" ha detto Papas. "Il presidente ha raccontato la sua storia basandosi sui ricordi personali di fatti accaduti oltre 15 anni fa" ha aggiunto il potravoce, confermando la validità della versione dei fatti raccontata da Obama





FONTE:Usa/ Ex-giornalista Ny Times:Obama mente su malattia di sua madre - apcom - L'Eco di Bergamo