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domenica 24 luglio 2011

Indonesia: neonati in vendita negli ospedali - Mondo - Panorama.it

Neonati indonesiani (Credits: AP Photo/Andi Anshari)

Neonati indonesiani (Credits: AP Photo/Andi Anshari)




Un caso simile era già stato denunciato nel 2007, quando una clinica indonesiana di Bojong Nangka aveva deciso di tenere in ostaggio per tre settimane un neonato perché i genitori non erano in grado di saldare la fattura troppo salata dell’ospedale (poco più di 300 euro).

In quell’occasione, la triste vicenda è stata risolta grazie all’intraprendenza del padre, che in pochi giorni è riuscito a raccogliere tra parenti, amici e genitori solidali il denaro per coprire le spese del parto, e all’intervento dei servizi sociali, che hanno imposto alla struttura sanitaria di restituire il bambino alla famiglia senza costringerli a pagare il conto rimasto in sospeso.



L’eco internazionale di questa incresciosa vicenda aveva convinto i più ottimisti che, in breve tempo, l’abitudine degli ospedali di tenere i neonati sotto sequestro preventivo per garantire il pagamento delle cure mediche sarebbe stata presto scardinata grazie alla collaborazione tra autorità e Ong. Invece, si scopre oggi che non solo dal 2007 non è cambiato quasi nulla, ma che centinaia di bambini che genitori troppo poveri non sono mai riusciti a “liberare” di fatto non sono più stati restituiti alle famiglie.



Presumibilmente, i medici hanno deciso di venderli ai trafficanti di minori pur di coprire le spese delle cliniche. Qualche giorno fa, Yetriana Lopez e il marito Mulyono si sono trovati in una situazione molto simile. “Nel corso della gravidanza non ho mai fatto un’ecografia perché non potevo permettermela. Quindi ho scoperto di aspettare due gemelli solo durante il parto”.



Ma la signora Lopez e il marito, pur essendosi preventivamente informati sui costi della clinica, si erano preoccupati di mettere da parte il denaro necessario per saldare le spese ospedaliere legate a un solo bambino. E l’amministrazione si è rifiutata di consegnarli tutti e due in assenza del pagamento del saldo di 500 dollari.



Per quanto la situazione sta progressivamente migliorando (nel 2010 sono stati denunciati 36 casi di bambini tenuti in ostaggio, e anche se il dato nazionale reale potrebbe essere superiore, nel 2007 ben 280 neonati non sono mai più stati restituiti alle famiglie), per Arist Merdeka Sirait, segretario generale della commissione nazionale per la protezione dei bambini, il governo dovrebbe fare molto di più. Soprattuto quando si tratta di famiglie poverissime, per le quali può diventare impossibile pagare per il riscatto del neonato.



I Lopez, ad esempio, ci hanno messo quattro mesi a recuperare i 500 dollari necessari a coprire le spese per il parto di uno dei loro gemelli. Ma, nel frattempo, il conto è diventato ancora più salato con l’aggiunta delle spese sostenute dall’ospedale per occuparsi del neonato durante tutto quel tempo. Non solo: il giorno in cui si sono presentati per il saldo finale, grazie al contributo di una signora americana, i Lopez hanno scoperto che i medici avevano venduto il bimbo a una coppia in grado di occuparsene. E solo dopo altri tre mesi di tristi ed estenuanti ricerche la famiglia è stata finalmente riunita.



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Claudia Astarita è docente di Relazioni Internazionali dell’Asia Orientale presso l’Università di Bologna. Scrive approfondimenti sull’Asia per Panorama.it, Economy, Il Secolo XIX, East. Ha lavorato quattro anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong. L’Oriente è la sua passione e coglie ogni occasione per tornare nei luoghi che ama.




FONTE:Indonesia: neonati in vendita negli ospedali - Mondo - Panorama.it

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